Amare e nutrire: quando il latte materno avvelena la vita

 

Se c’e’ una cosa che odio e’ la frase “dalla parte dei bambini”, soprattutto se riferita all’allattamento materno. Pare che una donna che sceglie o e’ costretta a non allattare al seno sia una delle cosiddette vips che non vogliono rovinarsi il seno. Nessuna mamma tuttologa estremista e giudice si chiede il perché di determinate decisioni: non allatti al seno? Sei una snaturata, pigra madre che vuole uscire con le amiche e mollare il figlio ai nonni senza problemi di sorta.

 

Io ho allattato Pietro al seno in via esclusiva per un certo periodo, poi ho dato una soffertissima aggiunta per una determinata quantità di giorni. Dopodiché sono riuscita ad eliminare il Latte Artificiale tornando all‘allattamento esclusivo. E così fino a 9 mesi, eta’ del completo svezzamento. E, se volete saperlo, Pietro non ha risentito in nessun periodo di nulla: gli bastava mangiare.

Il motivo dell’aggiunta fu un periodo fisicamente ed emotivamente molto stressante a causa della lunga ospedalizzazione di mio padre che coincise con un arresto dell’aumento di peso di Pietro. La decisione fu tragica, piansi durante tutti i primi biberon perché la vissi come un terribile fallimento. Ma mio figlio ricomincio’ a crescere e io continuai, comunque, ad attaccarlo.

 

In realtà, la sensazione di fallimento mi fu inculcata, ora ne sono certa: dalle persone che avevo intorno, dai familiari troppo rigidi, dai giudizi delle esperte, o presunte tali, che mi dicevano ” basta attaccarlo”. No, se hai il cuore in pensiero, vedi tuo padre in terapia intensiva per giorni, vai tutti i giorni per un mese a trovarlo in ospedale con un bambino di 3 mesi, non basta attaccarlo. Se il bambino non mette su un grammo per giorni, non basta attaccarlo.

 

I mesi di allattamento al seno non sono mai stati facili per me, tra ragadi, ingorghi continui, coliche, stitichezza, insonnia… Ma tenni duro, anche se per i motivi sbagliati. Se mi aveste chiesto, allora, perché allattavo al seno mio figlio, vi avrei dovuto rispondere, sinceramente, che lo facevo per cercare un rapporto con lui e perché tutti si aspettavano che lo facessi. Soprattutto la seconda.

Oggi, se mi chiedete perché intendo riprovarci con Mattia in arrivo, vi risponderei, altrettanto sinceramente, che il latte materno e’ pieno di anticorpi, e’ economico ed e’ pratico. Razionalmente, anche se molte vorranno linciarmi, penso che l’amore madre-figlio non centri assolutamente nulla con il tipo di alimentazione che gli si da. E il latte materno e’, a tutti gli effetti, solo un alimento. Il migliore possibile, certo, ma sempre e solo un alimento.

 

Tutto dipende da come vengono vissute le situazioni: se ami allattare tuo figlio al seno, fallo. Se sei una pazza sclerata che non vede l’ora di staccarselo di dosso, considera il piano B. Se sei indecisa, chiedi aiuto, ma a qualcuno che non ti giudichi.

In questa mia seconda esperienza di gravidanza e di, spero, allattamento al seno, mi sto informando di piu’, dal punto di vista pratico: come affrontare le ragadi, gli ingorghi; come aumentare la produzione del latte; come aiutare il bambino a mangiare bene e in giusta misura.

Ma mi rifiuto di leggere quei libri su quanto l’allattamento materno sia importante dal punto di vista psicologico ed emotivo: ciò che rende sereno un neonato e’ l’amore della mamma. E questo non e’ dato da un paio di tette, ma dalla tranquillità, dalla gioia, dalla pace. E una donna che soffre con un bambino attaccato al seno non sa cosa sia la pace.

 

Adoro Pietro, lo amo smisuratamente. Mi sono arricchita con i suoi sorrisi, con il suo viso corrucciato mentre tentava di prendere un giochino, delle sue prime giravolte, della sua rabbia nei confronti della mucca della sdraietta. Ho riso per la sua pipi a getto durante i cambi di pannolino, ho pianto per i suoi pianti, l’ho abbracciato quando mi sentivo male. Ho costruito l’amore con mio figlio, non e’ nato insieme a lui. Non me ne vergogno, e’ solo stato così.

Ma l’unico ricordo positivo che ho dell’allattamento al seno e’ il giorno in cui e’ finito. Cinico e crudo, ma vero.

Pero’ ho imparato molto su quello che non devo fare: sentirmi una fallita e ascoltare gli altri; a meno che non mi dicano che sono libera di amare e nutrire mio figlio come meglio credo.

6 commenti su “Amare e nutrire: quando il latte materno avvelena la vita”

  1. Brava quello che hai oggi è il giusto atteggiamento. Io ho allattato al seno entrambi i miei figli, il primo all’inizio con difficoltà e dolore (a causa del mughetto), ma una volta risolto il problema dolore sono andata avanti tranquilla fino quasi a un anno col primo e un anno e mezzo con la seconda.

    Io ho avuto il problema contrario al tuo: ossia persone che alle prime difficoltà (senza cercare di capire davvero quale fosse il mio problema) mi hanno subito suggerito di smettere di allattare. Insomma è davvero difficile avere il giusto supporto in un momento delicato e intimo come l’allattamento…

    Rispondi
    • Esatto! Sono i consigli non richiesti e i giudizi che fanno la sventura di una mamma. Tutte le mamme che conosco che hanno allattato serenamente, a pensarci, sono quelle che non hanno avuto influenze dall’esterno. E sono quelle che rimangono basite dalla mia esperienza. E mi dicono che sono stata coraggiosa. Speriamo che la serenità mi accompagni questa volta.

      Rispondi
  2. Questo articolo mi punge sul vivo!!! Io ho tre figli e non sono riuscita ad allattare nessuno dei tre!
    Allattare non era una cosa che mi facesse fare i salti di gioia dovendo tirar fuori il seno in ogni posto, però mi sono impegnata e sono stata anche molto male con la mastite. Certe ostetriche insistono veramente troppo a riguardo facendoti sentire inadeguata: nel caso del mio primo e terzo figlio ho scoperto poi che sono nati con una difficoltà di suzione, il secondo era proprio disappetente… Insomma, tutti questi fattori mi hanno portato a scegliere il latte artificiale, e non credo che per questa mia scelta loro ne abbiano risentito. Ovviamente non voglio dire che allattare al seno non sia la scelta migliore, però a volte, prima di giudicare o dare consigli affrettati bisognerebbe prendere ogni singolo caso e analizzarlo. Non puntato però mai il dito verso coloro che hanno preferito l’allattamento artificiale…

    Rispondi
    • Cara purtroppo anche chi ha allattato al seno non é esente dall’essere giudicata, ho allattato entrambi i miei figli per un anno e c’era chi diceva ma ancora allatti? Anche quando aavevano solo 5 mesi, ed io rispondevo in verità é l’unica cosa che mangiano! L’importante é essere sempre sicure delle proprie scelte.

      Rispondi

Rispondi a Stefy Annulla risposta

8 + diciotto =

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.