Le parole che ci salvano: La fragilità che è in noi. Parlarsi. Responsabilità e speranza.

Ho sempre pensato che le parole sono importanti, possono ferire più della violenza fisica e sono fondamentali anche e forse soprattutto quelle che usiamo per parlare a noi stessi.

Cerchiamo di essere più gentili anche con le persone che ci sono accanto, con i familiari, gli amici… perché spesso chi ci è più vicino è proprio quello che sopporta di più i nostri umori altalenanti e la nostra villania.

Le parole che ci salvano: La fragilità che è in noi. Parlarsi. Responsabilità e speranza. La trama:

Le parole che usiamo ogni giorno possono ferire, ma possono anche essere scialuppe in un mare in tempesta; ponti invisibili verso destini comuni.

Nella nostra quotidianità siamo continuamente chiamati ad ascoltare le speranze e le angosce degli altri. Ma come possiamo trovare le parole giuste per rispondere; le parole che salvano e creano relazioni vere?

Eugenio Borgna in queste pagine ci indica una via da seguire per entrare realmente in contatto con gli altri. Per fare in modo che le loro parole non cadano nel vuoto e che le nostre servano davvero; mettendo in gioco nel dialogo tutte le emozioni di cui siamo capaci.

Perché comunicare non significa rispondere a una mail o a un messaggio, ma condividere la nostra intimità con quella di altri.

Solo in questo modo la comunicazione non resterà un gesto tra tanti, ma diventerà un gesto di cura. Un gesto che mai come oggi è tanto necessario e urgente fare.

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