Le signore non parlano di soldi

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Le signore non parlano di soldi

Quanto ci costa la disparità di genere?

Di Azzurra Rinaldi

il patriarcato costringe moltissimo le donne, ma anche gli uomini, in schemi in cui nessuno si sente pienamente libero di mostrarsi per quello che è e per quello che vuole.

E che, quindi, il femminismo e il superamento delle disuguaglianze non sono temi solo delle donne. Ecco perché dobbiamo combatterle insieme.

CURA: Perché scriverne? A livello mondiale, il 75% delle attività di cura non retribuite è sulle spalle delle donne.

La cura dei bambini degli anziani, della casa e dei malati. Queste attività svolte dalle donne della famiglia (in letteratura viene definito «modello di welfare mediterraneo») non prevedono alcuna forma di compensazione, ma tolgono tempo al lavoro retribuito. E perpetuano un modello di cura femminile che ritarda, quando non sospende, le iniziative di supporto di cui dovrebbe farsi carico lo Stato.

Chi fa la spesa, chi cucina, chi pulisce, chi accudisce? Nella maggioranza dei casi, sono le donne, in tutto il mondo. E lo fanno in modo gratuito.

Le signore non parlano di soldi, la trama:

“Le signore non parlano di soldi”, si sente spesso dire, perché una donna che parla di soldi – è ancora convinzione comune – risulterebbe ambiziosa, materiale, venale…

Azzurra Rinaldi, docente di Economia politica all’Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza, vuole scardinare questo tabù, e lo fa parlando di economia e di come la discriminazione di genere non convenga a nessuno, neanche al portafoglio.

Affronta i temi della cura non retribuita, della violenza economica, dell’emancipazione che smantella il sistema patriarcale e del suo impatto sulle tasche delle donne.

Invoca la sorellanza, una migliore rappresentanza e affronta parole ancora oggi “scomode”: piacere, potere e desiderio.

Ne scrive con un linguaggio fresco e pieno di riferimenti alla cultura pop, con un taglio accattivante che aiuta anche chi è dubbioso e poco motivato a comprendere il problema e le sue conseguenze sulla società nella sua interezza.

Perché, per ottenere i cambiamenti che ci meritiamo, abbiamo bisogno che tutti prendano coscienza del problema. In queste pagine, l’autrice invita uomini e donne a guardarsi davvero e a trovare obiettivi condivisi.

Solo partendo dal presupposto che il sistema in cui tutti e tutte viviamo non è il migliore possibile, possiamo muoverci insieme verso un modello più giusto, più equo e che garantisca a entrambi maggiore benessere.

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