Scrivere di pace, scrivere per i bambini.

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Scrivere di pace, scrivere per i bambini.

Una domanda che i bambini mi fanno spesso, quando vado a incontrarli nelle scuole, è: “Come ti vengono le idee per scrivere i libri?”

Io rispondo sempre che le idee sono dappertutto! Dovete solo guardarvi attorno, fermarvi ad ascoltare, fuori e dentro di voi. Un’idea può venirvi da una parola che sentite mentre siete al parco, o da un’immagine che vedete in un cartone animato, in un film, o da una musica che vi evoca un ricordo particolare. A volte io sono a letto, non riesco a dormire e mi arrivano in testa un sacco di personaggi e di storie! E allora mi devo alzare e andare ad appuntarmeli, se no ho paura di dimenticarli. (Mi succede anche al cinema o a teatro. Io prendo appunti ovunque!)

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L’idea per “Un sottomarino in paese”, la mia fiaba illustrata, mi è venuta un bel po’ di anni fa. Ho scritto la storia abbastanza velocemente, perché avevo ben chiaro in testa quello che volevo raccontare. La storia di un capitano di un sottomarino che, avendo fatto guerre per tutta la sua vita e non sapendo stare senza, nel momento in cui si trova senza guerre “ufficiali” da combattere, decide di inventarsene una tutta sua. Spinge il suo sottomarino fin nella piazza centrale di un paese di collina e dichiara guerra agli abitanti. Una guerra a colpi di pasticcini, perché… Be’, il resto è nella storia!

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Avevo già scritto un racconto sulla guerra per adulti. Volevo scrivere qualcosa per i bambini,  perché loro sono la nostra speranza. E per pensare alla pace ce ne vuole tanta, di speranza.

Sono molti anni che scrivo, quindi di testi ne ho scritti parecchi (fiabe, racconti, romanzi). Ma quando lo scorso anno è stato il momento di esordire con la mia prima pubblicazione, non ho avuto dubbi sulla scelta del testo.

Mi piaceva molto l’idea di iniziare a pubblicare con una storia che racconta il valore della pace ai bambini e cerca di ricordarlo agli adulti. E mi piaceva si trattasse di una fiaba, forse il modo più diretto per arrivare a parlare alle persone, di tutte le età.

La dedica all’inizio del libro racconta in due righe quello che è il fulcro di tutto. “Dedicato ai bambini. E a quegli adulti che proveranno sempre a rendere il mondo un posto migliore.”

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Questa fiaba mi ha portato cose che non mi sarei mai immaginata. Ad esempio, gli incontri coi bambini nelle scuole. Un mondo meraviglioso! Ho incontrato maestre e classi con una creatività e una passione incredibili. Hanno realizzato progetti di ogni genere, partendo dal mio libro.

In una scuola d’infanzia hanno costruito dei burattini coi vari personaggi e, durante il nostro incontro, mi hanno ri-raccontato, a modo loro, tutta la mia storia. Tenerissimi. Con le maestre hanno anche preparato dei sottomarini di pan di spagna e nutella, per far merenda assieme!

Due scuole primarie hanno fatto una vera messinscena del mio libro. Una come spettacolo di fine anno: teatro sotto le stelle in un parco. I bambini hanno recitato, cantato, ballato e sono stati buffissimi in alcuni momenti e commoventi in altri. Nemmeno a Broadway sono così bravi, ve lo dico io!

Altri hanno lavorato sulle emozioni, costruito aquiloni e mongolfiere di pace, preparato nuvolette di cartone con le parole della gentilezza.

In una scuola, con l’aiuto dei genitori, hanno addirittura costruito un vero sottomarino! Con la struttura di base in legno, ricoperto con una maglia metallica e poi con la cartapesta. Periscopio, elica… tutto.

E poi ho visto centinaia e centinaia di disegni di pace (e quanto è bello vedere bambini che disegnano la pace…). Spesso me li hanno regalati. Doni preziosissimi!

 

Un bambino una volta mi ha chiesto: “Perché il capitano usa un termine antico come ‘Bubbole’?”

Risposta: “Perché gliel’ho insegnato io!”. Mi piace che i bambini che leggono le mie storie possano riflettere su valori importanti, divertirsi e anche imparare parole nuove.  “Bubbole” è una parola che a me ha sempre fatto sorridere. Ha un suono buffo e affettuoso, mi piaceva l’idea di farla usare al protagonista come esclamazione. E poi, proprio perché è poco usata, chi legge la storia se la ricorda collegata a me. E per gli scrittori è importante che i lettori si ricordino di loro! (Delle cose che scrivono, di come le scrivono, di alcune caratteristiche, ecc)

E adoro anche la traduzione inglese di “bubbole”: “poppycock”, altrettanto tenera e buffa.

Già, perché “Un sottomarino in paese” è disponibile anche in versione inglese, ‘A Submarine in the Village’. Ci tenevo molto alla possibilità della doppia lingua, perché credo possa essere interessante e utile per i bambini; a scuola ma non solo.

 

Il mio protagonista, il capitano, abbandona le idee di guerra (senza nemmeno accorgersene) man mano che impara a conoscere gli abitanti del paese. E man mano che, grazie a loro, scopre la bellezza delle cose semplici ma immense della vita (andare a pesca, a ballare a una festa di paese, far volare un aquilone, giocare a carte mangiando una fetta di torta fatta in casa, zappare un orto e poi mangiare una mela seduto sull’erba…).

Frank Capra, uno dei miei registi preferiti, diceva: “Con humour e affetto si favoriscono, a mio avviso, i buoni istinti. Sono un tonico per il mondo intero”. Lo sottoscrivo. Io sono convinta che dal Bene nasce il Bene. E mi piace raccontarlo.

 

 

Autrice

Vanessa Navicelli è nata in provincia di Piacenza, ma da anni vive a Pavia.

È cresciuta coi film neorealisti italiani, con le commedie e i musical americani, coi cartoni animati giapponesi, coi romanzi dell’Ottocento inglese e coi libri di Giovannino Guareschi. (Be’, sì… anche coi suoi genitori.)

Crede nella gentilezza. E nell’umorismo. (Forse è umoristico credere nella gentilezza.)

È stata finalista del Premio Letterario “La Giara” per romanzi inediti, indetto dalla RAI nel 2012; rappresentante e vincitrice per la regione Emilia Romagna.

Ha vinto la sezione “Scritture per Ragazzi” dello Scriba Festival di Carlo Lucarelli e vari premi con la Scuola Holden di Alessandro Baricco. Il Premio Cesare Pavese per la poesia e il Premio Giovannino Guareschi per racconti.

Scrive romanzi per adulti e ragazzi; e storie per bambini.

Quando scrive, cerca di tenere presente quattro cose: la semplicità, l’empatia, l’umorismo, la voglia vera di raccontare una storia.

Dal 2014 ha iniziato la sua avventura come autrice indipendente, con la fiaba illustrata “Un sottomarino in paese” (ebook e cartaceo, italiano e inglese).

Biografia completa: https://vanessanavicelli.com/chi-sono

Se volete acquistare il libro oppure l’ebook: “un sottomarino in paese” cliccate sull’immagine sottostante.

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