Cellule staminali del cordone ombelicale: Donarle o conservarle?

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente

Durante il delicato periodo della gravidanza, i genitori in attesa si trovano a dover prendere diverse decisioni importanti per il futuro del loro bambino, come quella riguardante la conservazione del cordone ombelicale del piccolo in arrivo. All’interno della vena cordonale, infatti, si trovano le cellule staminali del cordone ombelicale. Tali cellule rappresentano le unità fondamentali del nostro organismo e sono in grado di riparare organi e tessuti  danneggiati. Ecco perché sono così importanti in campo clinico nel trattamento di diverse patologie e perché risulta così utile procedere al loro prelievo e alla loro conservazione al momento della nascita.

Una volta che i futuri mamma e papà hanno deciso di prelevare e mettere in sicurezza un campione di sangue cordonale devono, però, compiere il passo successivo: scegliere se conservare il prezioso patrimonio biologico in una biobanca privata all’estero o donarlo al Sistema Sanitario Nazionale.

 

Nel primo caso il campione resterà di proprietà della famiglia, verrà utilizzato, in caso di necessità,  per il bimbo da cui è stato prelevato o per i suoi parenti più stretti e sarà conservato in una biobanca esterna ai confini nazionali. Questo non compromette assolutamente il livello qualitativo di tali strutture che spesso sono dotate della certificazione GMP (Good Manufactoring Practice), la migliore in ambito internazionale per i prodotti destinati a uso clinico.

 

Nel secondo, invece, il campione verrà donato a una banca presente su suolo nazionale e utilizzato per il trattamento di patologie di soggetti estranei. Solo nel caso in cui vi sia il rischio di malattie “geneticamente determinate” per il piccolo in arrivo, sottolinea il Ministero della Salute1, il campione potrà rimanere in possesso della famiglia. In Italia, sono presenti ben 19 banche pubbliche, il 10% delle banche mondiali, tuttavia il servizio di donazione, per svariate problematiche, non sempre ha esiti positivi: su 22166 campioni di sangue prelevati nel 2011, si è riusciti,infatti, a conservarne solo 31422.

 

Entrambe le strade meritano di essere percorse perché, nonostante le differenze, hanno come obiettivo comune la riduzione dello spreco di una risorsa così importante che in Italia, nel 95% dei casi, viene ancora gettata nei rifiuti. Da qui l’importanza di istituire canali informativi seri e imparziali che aiutino le famiglie a scegliere in maniera informata e consapevole.

 

Per maggiori informazioni: www.sorgente.com

 

Note:

 

1. Decreto Ministeriale 18 novembre 2009 “Disposizioni in materia di conservazione di cellule staminali da sangue del cordone ombelicale per uso autologo-dedicato”.

2. Report 2011 riportato dal CNS.

 

 

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