Il taccuino di Simone Weil

Ho appena finito di leggere il libro: il taccuino di Simo Weil, quest’ autrice non la conoscevo per niente e libro è bellissimo.

Posso tranquillamente affermare che non leggevo un libro così bello da quando ero ragazza, profondo che mi ha fatto pensare a quei periodi in cui tutto sembrava possibile.

Ho provato nostalgia a ricordo dell’impeto che mettevo delle cose mi domando come ha fatto Simone a mantenerlo vivo fino a quasi quarant’anni, praticamente l’età che ho io adesso.

Queste sono le frasi più belle che ho letto:

Non racconto mai storielle ai bambini, non li tratto mai da piccoli, non hanno bisogno di bugie… Quelle le scopriranno più avanti nella vita, si meritano invece tutta la verità e la profondità di cui siamo capaci.

Concordo in pieno con questa massima!

Le verità fondamentali sono semplici.

Di fisico molto cagionevole, diceva di se stessa: “l’animo di una persona è indipendente dalla sua buccia esterna.”

Vissuta sotto l’oppressione della guerra e per di più ebrea, aveva ancora fiducia nella politica e nel bene delle persone.

Di solito ci si vanta per non ammettere i propri difetti.

Ho capito che ogni persona anche la meno intelligente, anche quella che ha capacità limitate è animata dal desiderio di trovare la verità, l’unica cosa che bisogna fare è riconoscere questo desiderio, realizzare ognuno a modo suo.

Ho sempre cercato di aiutare chi aveva più bisogno, non tanto facendo la carità, mi sembra troppo facile, consola senza cambiare le cose. A me invece interessa che la gente abbia di che vivere, discuta, protesti, si faccia valere e attenga ciò che le è dovuto.

Praticamente una sindacalista, ha perfino lavorato in fabbrica!

Chiudere gli occhi davanti alla realtà è un crimine.

A Proposito dell’industrializzazione e della meccanizzazione:

“Il nuovo sistema industriale usava l’essere umano, ma faceva a meno della sua unica forza: il pensiero. Non il pensiero astratto, ma il pensiero concreto che trasforma la vita reale. Il Lavoro non doveva essere meccanico e ripetitivo ma qualificato.

A proposito dei bambini:

Anche se ho più anni e ho studiato, non significa essere migliore e nemmeno che sono in vantaggio.

Anzi. C’è sempre da imparare, da chiunque.

Le radici si trovano dove c’è una bella vita di gruppo, in cui si mantiene vivo il passato e si inventa il futuro.

Le radici sono ovunque sappiamo metterle e mantenerle.

La cultura deve servire anche a questo: a costruire il futuro e a dare speranza.

Ho sonno. Chiudo gli occhi e vedo sfilare davanti le stelle. Voglio provare a seguirle…dove mi porteranno stavolta?

 

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