Conservazione del cordone ombelicale. Quale bio-banca scegliere?


Una banca cordone ombelicale deve certamente rispondere a diversi parametri di qualità perchè venga scelta da una coppia di futuri genitori. Conservare le cellule staminali è una decisione importante e non sempre facile, soprattutto se consideriamo che la raccolta avviene unicamente al momento della nascita.

Le bio-banche che si occupano di conservazione del cordone ombelicale oggi sono molto numerose, il pericolo però è nel riconoscere il livello qualitativo del servizio offerto, dato che non è standardizzato ma varia da struttura a struttura.

Come fare? Ci sono alcuni aspetti molto semplici che permettono una corretta valutazione prima della scelta. Primo fra tutti, è senza dubbio il numero di trapianti effettuati e quello di campioni conservati: parametri di primaria importanza e veri indici di capacità ed esperienza di una bio-banca.

Seguono poi le certificazioni di qualità di rilievo: tra queste, la più importante è la GMP (Good Manufacturing Practice).

Oltre ad essere riconosciuta internazionalmente, obbliga la struttura a rispettare alcune procedure operative in modo da aumentare fino a massimizzare la qualità dei prodotti destinati ad uso clinico.

Allo stesso tempo la competenza scientifica e la presenza di un Comitato Scientifico qualificato sono dei surplus da non sottovalutare nella scelta di una bio-banca. Riconoscere l’autorevolezza di una struttura piuttosto che un’altra è possibile valutando la quantità e, soprattutto, la qualità delle pubblicazioni scientifiche edite dai suoi membri.

Bisogna inoltre verificare che la bio-banca alla quale si vuole affidare la conservazione del cordone ombelicale metta a disposizione dei propri clienti determinate misure per una loro tutela sia patrimoniale che legale. In questo senso, nel momento della scelta è preferibile che il contratto proposto sia di diritto Italiano e che non soddisfi solo il nostro sistema fiscale, me anche le normative europee di riferimento.

Infine è importante accertarsi che vengano offerte ai genitori anche coperture assicurative che garantiscano la conservazione del cordone ombelicale anche in caso di insolvenza della bio-banca. Si aggiungono poi come elementi che aumentano il livello qualitativo, un servizio ininterrotto tutti i giorni dell’anno, un’assistenza domiciliare per la parte burocratica e la garanzia del diritto di recesso. Un servizio deve essere il più completo e affidabile possibile, in modo da poter soddisfare le esigenze e le aspettative dei futuri genitori e far sì che decidano serenamente e con consapevolezza.

 

Per ulteriori informazioni: www.sorgente.com

 

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente

8 commenti su “Conservazione del cordone ombelicale. Quale bio-banca scegliere?”

  1. Proprio due giorni fa ho scrito sul mio blog cosa ne ho fatto del cordone ombelicale di mio figlio: un rimedio omeopatico che proprio adesso gli sto dando in gocce, si esatto, dal suo cordone, perché visto che il bimbo è nato in casa, abbiamo conservato in alcool il cordone e poi una farmacia mi prepara le soluzioni acuose al bisogno. Non so se in Italia è possibile farlo.
    Questo è il post

    http://ioemarc.blogspot.com.es/2012/05/il-cordone-ombelicale-isoterapia.html

    Ciao

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  2. Leggendo questo post sono rimasta un po’ delusa dal fatto che non venga ricordato, né qui né in nessun’altra parte di questo blog, che esiste anche la strada della donazione del sangue cordonale.
    Su questo tema il dibattito è molto acceso e le ragioni di entrambe le parti – ovvero di chi sostiene la donazione e di chi invece ritiene più affidabile la conservazione per uso privato – appaiono entrambe valide e fondate.
    Scegliere l’una o l’altra strada è una decisione che spetta solo ed esclusivamente ai neo-genitori, che però dovrebbero essere informati su tutte le opzioni esistenti.
    Esistono aspetti legali (la normativa italiana, per esempio, non consente la conservazione per uso autologo, se non in presenza di patologie esistenti al momento del parto nel nascituro o in suoi consanguinei, tant’è che le banche private si trovano tutte all’estero e hanno costi importanti), aspetti scientifici, adempimenti burocratici, costi economici e – non ultime – considerazioni etiche, che andrebbero approfondite.
    Per questo mi permetto di segnalarvi il sito http://www.adisco.it, dove si trovano molte utili informazioni sulla donazione del sangue cordonale.

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    • cara marianna s eleggi alla fine dell’ articolo c’è scritto: “Ufficio Stampa Sorgente” noi non scriviamo questo tipo di articoli perchè non siamo dei professionisti in questo campo e non ne saremmo capaci, ma il tuo commento è interessante lo girerò ai redattori vedremo che avranno da dirci a proposito della donazione del sangue del cordone ombelicale, grazie per la segnalazione, andrò subito a visitare il link che ci suggerisci per colmare la mia ignoranza.

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      • Ovviamente nemmeno io sono una scienziata, né un’esperta. Sono solo una mamma che, a suo tempo, ha valutato le diverse opzioni e fatto la sua scelta in merito, giusta o sbagliata che sia.

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      • Le unità di sangue cordonale raccolte non sempre sono idonee ad essere utilizzate a scopo di trapianto. A volte la qunatità del sangue presente nel cordone ombelicale è insufficiente per effettuare un trapianto di cellule staminali, oppure il sangue prelevato risulta contaminato da batteri, fisiologicamente presenti nel canale vaginale al momento del parto. Anche in questo caso però, il sangue cordonale, pur non essendo utilizzabile a scopo di trapianto, mantiene una notevole importanza. Se donato ad una Banca del Sangue Cordonale, può essere destinato a laboratori di ricerca, per migliorare le conoscenze sulle cellule staminali, studiare nuove terapie cellulari per pazienti sottoposti a trapianto…

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