Pensione integrativa, quali opzioni scegliere?

Il raggiungimento della pensione non è garanzia di serenità futura. Spesso il reddito da pensione è utilizzato per sostenere i familiari in difficoltà. Non è raro il caso in cui una madre pensionato deve dare una mano al proprio figlio, soprattutto in una fase in cui il mercato del lavoro è molto più instabile rispetto al passato. Esistono tuttavia una serie di strumenti utili per ottenere una pensione integrativa complementare, a cui è bene saper guardare con attenzione per non farsi trovare scoperti.

Le opzioni sono veramente moltissime, e non è semplicissimo sapersi districare al meglio, come spiegano gli esperti sul blog Moneyfarm. Si va dalle soluzioni più rischiose (ma anche più redditizie), a quelle più tradizionali; molto dipende dal capitale che si intende accantonare e dall’orizzonte a cui si tende. Ad esempio, un PAC (Piano di Accumulo Capitale) richiede un investimento di almeno 10-15 anni. Alcuni strumenti, come il PIP (Piano individuale pensionistico), offrono anche dei vantaggi fiscali da non sottovalutare.

Il Piano di Accumulo Capitale è una buona scelta non solo per la pensione, ma anche pensando al futuro dei propri figli. Si tratta di una sorta di grosso salvadanaio in cui, con un versamento iniziale e delle quote mensili stabilite, si può puntare ad accumulare un risparmio di un certo rilievo, utile per finanziare l’università, ma naturalmente anche per integrare la pensione. Occorre, come detto, pensare a lungo raggio.

Il PIP è invece molto in voga nell’ultimo periodo, in virtù di una tassazione speciale che lo Stato garantisce. È deducibile il capitale accantonato nel PIP fino ad un massimo di 5.164,75€, la tassa sui rendimenti è al 20% (di norma, è al 26%). Consente di ottenere una rendita vitalizia una volta raggiunta la pensione, ma è riscattabile anche prima in caso di disoccupazione prolungata, ristrutturazione o acquisti di una casa (in questo caso, è riscattabile fino ad una certa quota); alcune assicurazioni garantiscono anche una certa flessibilità in merito al versamento delle quote.

Accanto a PIP e PAC, grande interesse suscitano i fondi pensione, strumento più tradizionale ma sempre molto apprezzato. Si dividono in aperti e chiusi (i secondi sono riservati a specifiche categorie di lavoratori, es. i metalmeccanici), discretamente flessibili, i fondi sono senz’altro un’opzione da tenere sempre in grande considerazione. La novità degli ultimi anni è però rappresentata dagli ETF, acronimo di Exchange Trade Fund. Fondi veri e propri, si distinguono dalle varianti classiche per la massima versatilità e il tipo di gestione. Pensati per la borsa, si caratterizzano per l’abbattimento dei costi di commissione, e per la gestione passiva, agganciata al rendimento medio dei titoli azionari di riferimento, aspetto che garantisce una certa sicurezza dell’investimento.

La vasta gamma di scelte consente di muoversi con buona libertà nel mondo della pensione integrativa. Per madri, padri e figli un aiuto in più nei momenti di difficoltà.

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